Curiosità sulle cave di marmo Apuane

Curiosità sulle cave di marmo Apuane

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Le cave di marmo Apuane sono diventate patrimonio dell’UNESCO e oggi sono vere e proprie mete turistiche. Scopriamo alcune curiosità.

Le cave Apuane dichiarate patrimonio dell’UNESCO nel 2015 sono diventate vere e proprie mete turistiche. Contano ad oggi, secondo un censimento del centro di geotecnologie dell’università di Siena, 165 cave attive e 510 dismesse.

La visita alle cave, l’immersione in un ambiente naturale costruito in milioni di anni e i colori dei marmi e dei paesaggi presenti, creano una suggestiva ed unica esperienza.

Vediamo insieme alcune delle curiosità sulle cave visitabili in autonomia o con tour organizzati.

Kobra e il David alla cava Venedretta

Eduardo Kobra, famoso street artist brasiliano, nel 2017 ha dipinto la testa del David di Michelangelo sulla parte più alta della cava Venedretta nelle alpi Apuane. Una parete verticale bianca per un murales di circa 10 metri di altezza. La Cava Venedretta e il “David” di Kobra intrecciano le loro storie in un esempio straordinario di come l’antica tradizione dell’estrazione e lavorazione del marmo di Carrara possa incontrare l’arte contemporanea in modi sorprendenti e innovativi.

Eduardo Kobra, noto per i suoi murales colorati che combinano tecniche di street art con immagini storiche, ha reso omaggio a questa tradizione attraverso la sua interpretazione contemporanea del David di Michelangelo. Questa fusione tra l’antico e il moderno non solo rende omaggio alla maestria di Michelangelo e alla bellezza intramontabile del marmo di Carrara, ma sottolinea anche come l’arte possa evolvere, tracciando ponti tra passato e presente. Il David di Kobra rappresenta una reinterpretazione moderna di uno dei simboli più emblematici della scultura rinascimentale, realizzata con uno stile che incorpora elementi grafici e un uso audace del colore, segni distintivi dell’opera di Kobra.

L’incontro tra la Cava Venedretta e il “David” di Kobra evidenzia la continuità della tradizione artistica legata al marmo di Carrara, un materiale che da millenni stimola la creatività umana, permettendo agli artisti di esprimere la loro visione e di lasciare un segno indelebile nella storia dell’arte. Questo connubio tra antico e moderno testimonia come l’arte possa superare i confini temporali e geografici, creando un linguaggio universale che parla direttamente all’anima umana.

Per i curiosi che vogliono vederlo da vicino è raggiungibile con un trekking di circa un’ora con partenza dal paesino di Colonnata. Si dovrà seguire il sentiero CAI 195 in direzione Cava Gioia.

Curiosità sulle cave di marmo Apuane: cava Venedretta e il murales di Kobra
Photo by Cappellacci a Merenda

Galleria Ravaccione n. 84

La Galleria Ravaccione n. 84 si trova nel cuore dei bacini marmiferi di Carrara, è un altro esempio emblematico dell’imponente tradizione estrattiva che caratterizza questa regione della Toscana, famosa in tutto il mondo per la qualità e la bellezza del suo marmo.

Nel 1963 Carlo Dell’Amico sfruttando il tunnel della ex ferrovia Marmifera (ferrovia adibita al trasporto dei blocchi di marmo dalle cave al porto) è stato il primo ad utilizzare la tecnica di estrazione “a galleria”, che contrariamente alle cave a cielo aperto, procede attraverso lo scavo di un tunnel nel cuore della montagna.

Questo metodo non solo riduce l’impatto visivo dell’attività estrattiva sul paesaggio, ma permette anche di raggiungere depositi di marmo altrimenti inaccessibili. La Galleria Ravaccione N. 84 rappresenta un sito di grande interesse sia per studiosi che per appassionati, offrendo un’occasione unica per comprendere le sfide tecniche e ingegneristiche legate all’estrazione del marmo. Visite guidate permettono ai visitatori di esplorare parte di questo intricato sistema di tunnel e di apprezzare da vicino la maestria e l’innovazione che da secoli accompagnano l’estrazione del marmo a Carrara.

In una delle enormi stanze create nel centro della montagna su una superficie di circa 160 metri quadrati, si trova il dipinto di Ozmo, artista toscano, che ripropone la Genesi di Michelangelo, affresco che si trova nella Cappella Sistina.

Curiosità sulle cave di marmo Apuane: Galleria Ravaccione n. 84
Photo by Marmotour

Cava Valsora e il Biolago

La Cava Valsora, situata nel cuore delle Alpi Apuane, rappresenta una delle numerose meraviglie del distretto marmifero di Carrara. Una delle particolarità che distingue la Cava Valsora dalle altre cave della zona è la sua ricca storia e il particolare tipo di marmo che vi viene estratto. La cava offre uno spettacolare panorama sulle tecniche di estrazione tradizionali e moderne, dimostrando come queste possano coesistere rispettando l’ambiente circostante. La combinazione di metodi artigianali secolari con tecnologie all’avanguardia permette di minimizzare l’impatto ambientale dell’attività estrattiva, facendo della Cava Valsora un esempio di sostenibilità nel settore marmifero.

All’interno della cava troviamo il Biolago che rappresenta un’incredibile testimonianza di come gli spazi estrattivi dismessi possano essere trasformati in ecosistemi ricchi e sostenibili. Questo biolago si è formato naturalmente nel corso degli anni, grazie alla raccolta delle acque piovane e alla cessazione delle attività di estrazione in quella particolare zona. È diventato un habitat di notevole interesse ecologico, ospitando diverse specie di flora e fauna tipiche degli ambienti acquatici dolci. Tra gli abitanti più affascinanti del biolago si segnala la presenza del Tritone, un anfibio che si distingue per le sue abitudini di vita particolari e per la sua bellezza. Il Tritone, con il suo aspetto preistorico e la sua lunga coda caratteristica, diventa simbolo della resilienza della natura e della sua capacità di riappropriarsi degli spazi lasciati dall’uomo. La creazione di questo biolago non solo ha permesso la rigenerazione di un ambiente naturale ricco e diversificato, ma serve anche come esempio di come la riqualificazione ambientale possa creare nuovi spazi per la biodiversità, dimostrando l’importanza delle pratiche sostenibili in contesti post-industriali.

Le visite guidate offrono agli interessati la possibilità di immergersi nella storia del luogo e di comprendere l’importanza del marmo nella cultura e nell’economia locale.

Curiosità sulle cave di marmo Apuane: Cava Valsora e il Biolago
Photo by Juza Photo

Cava Museo Fantiscritti

La Cava Museo Fantiscritti a Carrara è un luogo affascinante che offre una finestra unica sulla storia e sulla cultura dell’estrazione del marmo. Inaugurata nel 1987, questa cava a cielo aperto si trasforma in un museo vivente che racconta la millenaria relazione tra l’uomo e il marmo.

I visitatori possono esplorare sentieri che serpenteggiano tra imponenti blocchi di marmo bianco, scoprire antichi strumenti di lavoro e tecniche di estrazione, avere una visione accurata sulla vita dei cavatori e delle loro famiglie con sculture a grandezza naturale e ammirare opere d’arte create dagli scalpellini.

Fantiscritti offre anche la possibilità di assistere a dimostrazioni dal vivo di lavorazione del marmo, fornendo così un’esperienza educativa e affascinante per tutti. Questo sito non solo celebra l’importanza storica e culturale del marmo di Carrara, ma sottolinea anche l’importanza della conservazione e del rispetto ambientale nelle pratiche estrattive contemporanee.

Curiosità sulle cave di marmo Apuane: Cava Museo Fantiscritti
Immagine presa dal web

Uomo e natura nelle cave Apuane

Le cave Apuane offrono una prospettiva unica e affascinante sul mondo dell’estrazione del marmo a Carrara, simbolo di un legame indissolubile tra uomo, natura, arte e ingegneria.

La loro esplorazione è un viaggio attraverso la storia, il lavoro e la creatività umana, un’esperienza che lascia nel visitatore un segno profondo e un apprezzamento rinnovato per questo materiale straordinario che ha contribuito a definire la bellezza attraverso i secoli.

Bello soffermarsi durante una qualsiasi giornata lavorativa e ascoltare i rumori provenienti dalle cave circostanti. I martelli che battono su cunei in ferro che echeggiano all’infinito, il vociare di cavatori intenti nell’impartire mansioni ai propri colleghi, l’impressione di essere in luoghi fuori dal tempo.

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